Ad aprire il fuoco di fila era stato in mattinata il Partito Democratico con Morani, seguita da Pedica, Serracchiani, Esposito, Fiano, Marcucci: tutti contro il vicepresidente della Camera sulla scorta degli articoli de "La Repubblica", "Corriere della Sera" e "Il Messaggero". Ma nessuno torna sulle proprie dichiarazioni dopo le 10.28, ora in cui l'Ansa batte il virgolettato che "scagiona" l'esponente grillino. E Gasparri continua a dargli del "bugiardo" anche dopo.
Lo spartiacque è l’agenzia Ansa delle ore 10.28. Che diffonde un virgolettato che i quotidiani del mattino non hanno pubblicato: “E penso che nel gabinetto non possa stare, perché ci eravamo accordati così”. Così scriveva in chat il 10 agosto Luigi Di Maio, riferendosi a Raffele Marra. Parole che ribaltano il senso dell’intera storia raccontato da La Repubblica, Corriere della Sera e Il Messaggero i quali, riportando solo una parte del messaggio inviato la scorsa estate dal vicepresidente della Camera alla sindaca Virginia Raggi, lo accusavano di aver mentito davanti alle telecamere di In Mezz’ora sul ruolo avuto nella vicenda della nomina dell’ex finanziere. Prima delle 10.28 le reazioni dei politici, basate sul racconto dei tre quotidiani erano state – comprensibilmente – a senso unico. Tuttavia ancora dopo l’uscita della parte della chat che smaschera la bufala, la politica ha continuato a mettere Di Maio nel mirino. Non solo: a partire dai peones fino ai nomi di livello, nessuno ha trovato giusto ritrattare i j’accuse rivolti all’esponente del M5S.
Ad aprire il fuoco di fila era stato di buon mattino il Partito Democratico, con Alessia Morani: “‘Marra è un servitore dello Stato’, così Di Maio garantiva a Raggi il suo sostegno. Sono mesi che racconta bugie M5s”, twittava alle 8.24 la vicecapo gruppo Pd alla Camera. La quale, tuttavia, non ha ancora detto nulla dopo la pubblicazione dell’intero messaggio che cambia radicalmente la posizione di Di Maio.
Due minuti più tardi Stefano Pedica (Pd) retwittava il messaggio della Morani: “Galeotta fu la chat per #Di Maio e chi la scrisse. Marra uno dei suoi? #Raggi amici“, il rilancio alle 8.26. Ma neanche Pedica ha finora trovato il tempo e il modo di tornare sulle proprie parole dopo le 10.28. Tralasciando la deputata dem Ileana Piazzoni (“È incredibile la noncuranza con cui Di Maio mente, su tutto. E questo sarebbe il candidato premier! Marra Di Maio bugiardo”), la prima esponente di peso a pronunciarsi è Debora Serracchiani: “Io vorrei sapere dall’onorevole Di Maio perché dice sempre che volevano cacciare Marra e poi scriveva messaggi definendolo ‘servitore dello Statò”, scandiva la governatrice del Friuli a Radio Anch’io. Seguita da Stefano Esposito: “”Luigi di Maio in tv su Marra: volevo cacciarlo. In un suo sms a Raggi : Marra è servitore dello Stato”, scriveva su Twitter il senatore democratico lanciando l’hashtag #dimaiobugiardo.
Si affida, invece a un comunicato battuto dalle agenzie alle 9.48 Raffaele Fiano: “Di Maio ha mentito. – attacca il membro della segreteria Pd – l’imbarazzo di tutti questi mesi è sfociato in una sequela di menzogne. Ancora domenica diceva che era contro Marra, attribuendo tutta la responsabilità al Sindaco Raggi, ora spunta che addirittura lo definiva uno dei suoi, un servitore dello Stato. Contraddizioni e bugie di un altro dei registi di questa losca vicenda“. Neanche Fiano, al momento, ha ritenuto opportuno modificare il senso delle proprie parole. Stesso discorso per il senatore Andrea Marcucci, che alle 8.47 twittava: “”In privato proteggeva Marra, un servitore dello Stato. In pubblico lo scaricava. La ‘nuovà politica di Di Maio e le doppie verità del M5S”. Senza poi tornare più sulle proprie parole.
Il centrodestra resta silente fino a dopo le 10, per poi affidarsi alla sapiente penna di Maurizio Gasparri: “Di Maio è un bugiardo seriale. Sul caso Marra ha detto una serie di fesserie che oggi vengono clamorosamente fuori. Non è vero che voleva cacciarlo come ha ribadito più volte, non da ultimo in tv domenica scorsa. Anzi, considerava Marra un servitore dello Stato e in un lungo sms alla sindaca di Roma la aveva rassicurata sul suo sostegno. Di Maio sapeva tutto. Delle perplessità su Marra e di chi fosse veramente. Questo sarebbe il possibile candidato premier dei grillini?”, domanda in via retorica il vicepresidente del Senato in una nota pubblicata dalle agenzie alle 10.09 e che lo stesso senatore diffonde su Twitter alle 10.53, 25 minuti dopo che le agenzie hanno battuto il contenuto della chat che cambia integralmente il senso dei messaggi pubblicati da La Repubblica, Corriere della Sera e Il Messaggero. Neanche Gasparri, ovviamente, ritiene giusto rettificare in alcun modo la dichiarazione.
Arriva invece l’attesa reazione del Movimento 5 Stelle: “Oggi quattro giornalisti differenti su tre giornali diversi riportano la stessa fake news su Luigi Di Maio – si legge in un post sul blog – la faccenda è di una gravità inaudita perché quello che hanno scritto è falso, fuorviante e non verificato”. Lo scrive in un post sul blog Beppe Grillo in merito alla notizia della chat tra Luigi Di Maio e Virginia Raggi sul ruolo di Raffaele Marra in Campidoglio. Luigi Di Maio sta preparando richieste di risarcimento danni per centinaia di migliaia di euro”, si legge nel post dal titolo: “Giornalismo killer, la misura è colma”.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/14/m5s-di-maio-difese-marra-pd-e-fi-in-coro-bugiardo-ma-nessuno-rettifica-dopo-che-la-bufala-e-stata-smascherata/3390560/
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