Ecco la sublime idea di Orlando, la sua deliziosa intuizione, la sua illuminazione a tal punto geniale da fare impallidire ogni fine politologo, da Aristotele a Croce: “una marcia pro-migranti per unire il Pd“. Non è una notizia “fake”, come ora si è soliti chiamare le bufale con le grammatiche di Nuova York. È una notizia reale che rivela, di fatto, come la realtà abbia oltrepassato la fantasia e le “fake news” di ogni genere.
La formula magica per ricompattare il Pd è trovarne il coefficiente valoriale di unità: non il lavoro, non la difesa dei diritti sociali in fase di decomposizione, non la lotta contro le sempre più feroci e abominevoli disuguaglianze. No. Niente di tutto ciò. Cose da museo e da rottamare, direbbe il nichilista postmoderno di Firenze.
Il valore unificante del Pd – ci suggerisce genialmente Orlando – è la lotta in nome dell’immigrazione di massa: sempre senza dire – mi raccomando – che l’immigrazione di massa è oggi un’immensa deportazione di massa di esseri umani a beneficio dell’auri sacra fames del capitale e dei signori apolidi del mondialismo.
Ecco spiegato il segreto dell’immigrazione. Ecco spiegato perché la Destra del Denaro strutturalmente la vuole e la Sinistra del Costume sovrastrutturalmente la difende (Orlando, Boldrini, Vendola, ecc.).
Diciamolo apertamente e senza infingimenti: se le inventano tutte pur di non dover difendere i lavoratori e i diritti sociali e, in modo convergente, pur di non dover lottare contro quel capitale di cui sono servi in cattiva fede. E dire che pochi giorni fa avevano lanciato lo slogan “ripartiamo da Gramsci”. Vogliono, invece, ripartire dalla signora Boldrini e dal mito immigrazionista, grande totem della mondializzazione capitalista che tutti ci vuole sradicati e migranti.
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